Il bambino che voleva fare l’auto più bella del mondo.

“Quando orienti la visionaria prua verso una stella e ti lasci trasportare sulle ali del sogno verso quella imponderabile meta, ansioso di perfezione e ribelle alla mediocrità, in te si innesca la misteriosa molla di un ideale.”
José Ingenieros, scrittore argentino

La “piecita”, ovvero la “stanzina”, nel suo paese natale in Argentina, è la stanza dove il giovane creatore si rifugiava per disegnare e intagliare nel legno di balsa quelle che avrebbe voluto veder trasformate nelle auto più belle del mondo. Lì a Casilda, il 10 novembre del 1955 nasceva Horacio Pagani.

Horacio fin da piccolo frequenta la bottega di Tito Ispani, modellista navale e aeronautico noto in paese, per carpirgli preziosi segreti sulla rifinitura del fragile legno e sul mistero delle sue perfette vernici Duco.

Oggi alcuni di quei modelli, sopravvissuti alle ingiurie del tempo e all’indifferenza di quanti non seppero a quel tempo apprezzarli adeguatamente, vengono esibiti nel nuovo museo di via dell’industria 26, a San Cesario sul Panaro, in provincia di Modena.

Quando orienti la visionaria prua verso una stella e ti lasci trasportare sulle ali del sogno verso quella imponderabile meta, ansioso di perfezione e ribelle alla mediocrità, in te si innesca la misteriosa molla di un ideale.

José Ingenieros, scrittore argentino
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