Fin dalla più tenera età, Horacio ebbe modo di ricavarsi un suo spazio intimo dove dedicarsi alla lettura di riviste d’auto per poi riprodurle in schizzi: proprio da una di queste, ebbe modo di conoscere la vita e le imprese dell’idolo incontrastato di tutti gli argentini, Juan Manuel Fangio.
All’epoca il pilota si era appena ritirato dalle competizioni, mentre Horacio trascorreva la maggior parte del tempo libero leggendo, analizzando disegnando, modellando e abbeverandosi di nuovi segreti tecnici e artistici. E qui, grazie ad un libro “selezione del Reader’s Digest”, scopre il genio di Leonardo da Vinci, che avrà una estrema influenza sul lavoro di Horacio. Scoprirà che ogni oggetto, ogni creazione, deve essere bella e funzionale allo stesso tempo. In una danza di arte e scienza, tecnologia e design che segnerà profondamente la filosofia di tutto il suo lavoro.
Grazie a questa quotidiana disciplina, che per lui era un piacere, anche se la praticava lavorando in modo costante e silenzioso con un rigore da vero professionista, conferì con il tempo ai suoi modellini una bellezza e una qualità delle rifiniture ineguagliate.